domenica 4 febbraio 2007

Alle soglie dell'irreversibile

Siamo tutti colpevoli.
Il Capo di Governo che non ha sottoscritto il protocollo di Kyoto, 15 anni fa.
Lo scienziato che ha intascato la tangente dalla multinazionale per tacere.
L'industriale che fa finta di ignorare gli effetti devastanti della sua florida attività.
Il Cancelliere che interviene per difendere le Case Automobilistiche nazionali da una proposta di drastica riduzione delle emissioni inquinanti di CO2.
Il Sindaco sempre impegnato nell'organizzazione di eventi culturali, mentre la città soffoca assediata dalle auto.
Il capitalismo, il neoliberismo, il progresso, il pertolio, l'industria dell'auto, i nostri capricci di benessere, l'aria condizionata accesa perchè fa un po' caldo, l'automobile di lusso superinquinante comprata perché va di moda.
A Roma cosa si fa per evitare l'irreversibile?
A Roma si investe sull'allargamento delle strade di accesso alla città, è un invito a prendere l'automobile!
Sono stati già appaltati i lavori per la realizzazione della Linea C della Metropolitana: costerà una cifra sporpositata, i lavori dureranno almeno un decennio, verranno trovati reperti archeologici di cui non avevamo bisogno, i vecchi palazzi del centro scricchioleranno, la gente protesterà. Tutto questo per UNA linea in più, che collegherà zone centrali e semicentrali, già servite da linee di superficie.
Chi ne beneficerà veramente? I turisti, gli abitanti del centro, una piccola fetta di pendolari, l'immagine del Sindaco, perché la Metropolitana fa molto scena...
E tutti i quartieri della cintura periferica?
Le metropolitane dovevano essere progettate e realizzate negli anni '60, dovevano crescere insieme alla città, come è avvenuto nelle grandi città straniere, Londra, Parigi, New York, Madrid.
Da noi si pensa sempre in piccolo. Ci si arriva sempre in ritardo.
Investire ora nella metropolitana, ora che il clima è già malato, che l'allarme degli scenziati di tutto il mondo è stato ufficialmente lanciato, che la catastrofe è imminente, significa rimandare la soluzione del problema a dopodomani, quando sarà troppo tardi.
Perché allora non si utilizzano i fondi della Linea C per realizzare una rete tramviaria moderna ed efficiente che colleghi capillarmente il tessuto periferico alle zone centrali?
Ciò significherebbe sacrificare molte strade cittadine al percorso dei Tram, a scapito delle automobili, una vera Rivoluzione! A Parigi ci stanno provando, da noi siamo fermi all'esperimento del Tram 8 e del Filobus a Montesacro. Perché ci si è fermati già?
Tram, Filobus, incentivi per l'acquisto di auto elettriche, dove sono le politiche per una città sostenibile?
A Roma non è più un piacere passeggiare, nemmeno nei vicoletti del centro: libero ingresso agli scooteroni, auto in sosta selvaggia, il Lungotevere è una tangenziale trafficatissima, si torna a casa con la pelle che odora di smog e i polmoni pieni di polveri...
Siamo alle soglie dell'irreversibile come ha detto Chirac.
Non credo che l'uomo sia in grado di fermarsi a riflettere sui propri errori.
Dovremmo spegnere tutto, fermarci a pensare al buio.
Spegnere le automobili, i computer, i condizionatori. Rallentare il progresso, cambiarne la traiettoria.
Rinunciare a tante piccole inutili comodità, in nome della Terra!
Non credo che ne siamo capaci.
Quindi o la natura estinguerà noi con qualche catastrofe o epidemia (ci sta provando da un po' con più decisione...), oppure saremo noi a distruggere la natura e con essa il nostro piccolo mondo tecnologico...
Serpico

sabato 3 febbraio 2007

Morte allo stadio

L'Italia è una Repubblica fondata sul gioco del Calcio.
Campioni del Mondo del gioco del calcio, ma in fondo a molte altre classifiche più importanti (e la discesa continua...).
In Italia si va allo stadio a vedere una partita di calcio e si entra in un'atmosfera di guerra.
Poliziotti in tenuta antisommossa accanto al chiosco delle bibite.
Sirene, fumogeni, petardi, bombe carta, lanci di sassi, di bottiglie, di monetine in mezzo alla folla. E' il caos. Non è più una festa.
Nessuna società civile evoluta, come la nostra si reputa, dovrebbe ammettere che ciò avvenga.
In Italia avviene tutte le domeniche, in molte città d'Italia.
I nostri ragazzi si sono organizzati. Non per il sociale. Non per un ideale. Per la loro squadra di calcio. Hanno creato gruppi, squadroni, commandi. Ogni maledetta domenica progettano agguati, pestaggi, intimidazioni, striscioni assurdi. Hanno le loro radio da dove ogni giorno lanciano minacce, sfogano la loro rabbia di giovani persi nel nulla.
Non hanno avuto una guerra. La vedono in Tv a cena, lontana. Allora perché non ricrearne altre qui da noi? Tante piccole guerre che ogni tanto mietono una vittima. E allora si grida allo scandalo! Ma una coltellata non fa più notizia. Non è più considerato un fatto grave, ma quasi accettabile. Lo si sente dire da un commentatore in diretta sulla Rai: "prima della partita (Roma-Atalanta) due ragazzi bergamaschi sono stati accoltellati, niente di grave".
Attorno ad ogni partita se ne gioca un'altra tra le bande rivali dei nostri bravi ragazzi. In mezzo alla folla inerme. Tutto è permesso qui in Italia. Questa si che è democrazia!
Allora ragazzi, arruolatevi nei Boys, negli Irriducibili, nei Vikings, nei Fedayn, ci sono mazze e coltelli, bombe carta e un palco in diretta Tv per esporre i vostri striscioni deliranti! ci sono polizia, carabinieri, celerini e polizia municipale, è come la Playstation! Roma contro Lazio, Milan contro Inter, Livorno contro Lazio, Napoli contro Roma, Bologna contro Firenze, Catania contro Palermo, Juventus contro Torino quante sfide avvincenti! Quale sarà la Banda più cattiva?
Non è uno scherzo.
Come già successo nel passato, dopo un fatto così grave tutti usano paroloni per dire che, basta!, non succederà più! In Inghilterra ci sono riusciti al primo tentativo, da noi è dal 1979 che se ne parla....
Dopo un fatto così spregevole, il Governo stesso dovrebbe intervenire per adottare provvedimenti immediati di assoluta fermezza. Le leggi già esistenti dovrebbero essere applicate (cosa che non avviene). Chi inneggia alla violenza negli stadi, andrebbe fatto tacere. Dove sono gli steward negli stadi? Chi c'è dietro i gruppi più violenti?
Soprattutto tutti dovremmo riflettere sul perchè tanti ragazzi confluiscano in questo mondo.
E intanto l'Italia vacilla, politicamente, economicamente, socialmente, culturalmente; indietreggia, si impoverisce, si indebita, perde credibilità, saldamente attaccata ai suoi feticci televisivi e ai suoi vizi innati.

Roma, 3 febbraio 2007
Serpico